martedì 31 marzo 2020

STEP #04 - "Torcere" nel mito


Le Moire
Nella mitologia greca Cloto, Lachesi e Atropo prendevano il nome di Moire, ed erano le tre figlie di Zeus e Temi, il cui compito era aiutare la madre a mantenere il rispetto per l'ordine della natura e della vita umana. Le Moire abitavano nell'Olimpo, in un palazzo di bronzo, sulle cui pareti incidevano i destini degli uomini e il cammino degli astri. Nessuno poteva cancellare ciò che le Mòire avevano scritto, nemmeno Zeus. Venivano rappresentate come giovani dall’aspetto severo che lavoravano ininterrottamente per decidere il destino degli uomini. Cloto, filava lo stame, simbolo della vita dell’individuo; Lachesi, distributrice della sorte, girava il fuso per torcere il filo, e decideva lo svolgersi della vita che stava tessendo usando, lo stame bianco misto ai fili d'oro per indicare i giorni felici e lo stame nero misto ai fili d'oro per indicare i giorni di sventura; Atropo, la più vecchia, con in mano le forbici tagliava il filo della vita, determinando il momento inevitabile della morte.

Esiste una seconda versione, in cui le Moire, figlie della Notte, dimoravano nel regno degli inferi di Ade e venivano rappresentate dall’aspetto vecchio, intimidatorio e con un occhio solo che condividevano a turno. 
Entrambe le versioni sono descritte nella Teogonia di Esiodo, in cui viene citata anche l’esistenza di una Moira universale, superiore alle altre, che simboleggia il fato, a cui nessun uomo e nessuna divinità può opporsi.

L’azione del “torcere” si ritrova pertanto nel lavoro svolto da Lachesi che stabilisce il destino degli uomini caratterizzato dal susseguirsi di eventi positivi e di eventi negativi.

Inoltre la parca Lachesi (dal latino Lachĕsis, e dal greco Λάχεσις) dà il nome ad un genere di serpenti della famiglia viperidi. Il serpente e le sue spire ci rimandano al concetto di “torsione”.



sabato 28 marzo 2020

STEP #02 - "Dare del filo da torcere"

Si usa il proverbio “dare del filo da torcere” per indicare una difficoltà da gestire, o una situazione in cui qualcosa o qualcuno sono di ostacolo nella realizzazione di un progetto. Si tratta di un modo di dire così frequente che quasi nessuno ne ricorda più l’origine.
"La filatrice nella stalla" - dipinto da R. Pasquini
Qual è la storia di questo modo di dire?

L’espressione “dare del filo da torcere” deriva dal mondo tessile. Prima dell’era industriale, la tessitura era basata su quattro operazioni che erano tutte realizzate a mano. La prima era la filatura, poi veniva la torcitura, poi la tessitura vera e propria e infine il fissaggio. La torcitura in particolare era un’operazione molto complessa. Si trattava di far ruotare il filo (torcere appunto) su se stesso per dargli una consistenza maggiore onde evitare strappi e rotture. Questa operazione era realizzata con l’ausilio di un bastone attorno al quale il filo torto era avvolto. All’estremità del filo veniva poi fissato un peso.

Il compito di torcere era affidato quasi sempre alle mani femminili, più piccole, agili, ma si trattava di un compito molto difficile perché i fili da avvolgere erano spesso irregolari e dalla superficie ruvida. Proprio da questa difficoltà nasce il modo di dire “dare filo da torcere” perché si fa riferimento alle difficoltà che incontravano le filatrici in questa operazione. La situazione cambiò radicalmente con l’avvento dei torcitoi circolari meccanici, con i quali le mani delle filatrici furono sostituite dal lavoro di un macchinario, eliminando anche tutte le difficoltà.

Bibliografia e fonti:
ETV Elettronica Tessile Varese Srl
Museo Pietro Canonica - Villa Borghese



mercoledì 25 marzo 2020

STEP #01 bis - Come si traduce?

Nel post precedente è stata introdotta la definizione ed è stata svolta una prima indagine etimologica del termine torcere.
Oggi invece riporto la traduzione del verbo torcere in alcune tra le lingue più diffuse, con un approfondimento per la lingua inglese.

Lingua inglese: il verbo “to twist” oltre a significare torcere, si usa anche in senso figurato per dire  imbrogliare, truffare. Dal verbo deriva anche il sostantivo “twister” che significa torcitrice, cioè il  macchinario utilizzato per la torsione dei fili in ambito tessile, ma ha anche il significato di tornado,    proprio perchè il tornado si “torce” su sé stesso. 

Si chiama “Twister” anche il gioco di società divenuto famoso nel 1966 distribuito dalla Milton Bradley Company in cui i giocatori devono assumere scomode posizioni “aggrovigliando” i propri corpi con lo scopo di mantenere l’equilibrio. Inoltre la radice “twi-” è affine a “two” (due), infatti, se usato come sostantivo, twist indica una danza in coppia di origine statunitense che si è diffusa in Europa negli anni ’60.

Lingua francese: “tordre”, o in forma antica “tortre”, presenta il significato arcaico “deformare”, mentre nella traduzione comune assume gli stessi significati della lingua italiana. In francese si chiama "torchon" un tipo di collana (in latino "torques") composta da più fili ritorti a spirale.

Lingua tedesca: a seconda del contesto in cui il verbo è collocato vengono utilizzati termini diversi. Eccone alcuni: "winden" (attorcigliare), "drehen", "zwirnen" (avvolgere insieme più fili), "biegen", krümmen" (piegare), "winden"," auswinden" (strizzare).

Lingua spagnola: la traduzione è “torcer”, e non emergono significati diversi rispetto a quelli utilizzati in lingua italiana.

Bibliografia e fonti:
- Dizionario italiano/inglese - Ragazzini ed. Zanichelli
- Dizionario italiano/francese - Raoul Boch ed. Zanichelli
- Dizionario italiano/spagnolo - "Il nuovo Vox" ed. Zanichelli





lunedì 23 marzo 2020

STEP #01 - Significato ed etimologia


Significato

Il verbo transitivo “torcere” è tutt'oggi utilizzato con i seguenti significati:
avvolgere qualcosa su sé stesso, attorcigliare con un movimento a spirale;
avvolgere fra loro più elementi filiformi in modo da ottenerne uno più resistente;
curvare, piegare;
torcere il collo, tirare il collo a un animale per ucciderlo oppure come minaccia.

In ambito tessile "torcere" significa filare una seconda volta il prodotto della filatura, al fine di conferire maggior resistenza ai filati.

E’ usato anche in senso figurato mediante l’espressione “non torcere un capello” per dire “non fare alcun male”; il verbo torcere si può anche riferire ad una parte del corpo, per esempio “torcere il naso” si usa per indicare una smorfia di disprezzo oppure “torcersi le mani” che rappresenta un gesto di nervosismo o rabbia.

Inoltre, il verbo torcere, assume il significato letterario di “volgere”, “indirizzare”; per esempio, Dante scrisse nella Divina Commedia: “Ma se l’amor de la spera suprema torcesse in suso il disiderio vostro, non vi sarebbe al petto quella tema;” // “Ma se l’amore dell’Empireo indirizzasse i vostri desideri verso l’alto, non avreste in cuore quel timore” (Purg. XV v.52-54).


Etimologia

Conducendo una ricerca etimologica, il verbo deriva dal latino “torquo, es, torsi, tortum, ere” i cui significati sono gli stessi della lingua italiana: torcere, volgere, piegare, ecc.
Inoltre in latino veniva usato anche col significato di: torturare (“aliquem eculeo torquere” // “mettere uno alla tortura del cavalletto”; Cicerone), travolgere, scagliare.



Bibliografia e fonti: