Di seguito sono proposti alcuni frammenti di testo tratti da opere letterarie italiane in prosa.
"I Malavoglia" di Giovanni Verga - cap. 11
[...]"A Catania c’era il colèra, sicché ognuno che potesse scappava di qua e di là, pei villaggi e le campagne vicine. Allora a Trezza e ad Ognina, era venuta la provvidenza, con tutti quei forestieri che spendevano. Ma i rigattieri torcevano il muso, se si parlava di vendere una dozzina di barilotti d’acciughe, e dicevano che i denari erano scomparsi, per la paura del colèra."[...]
In questo caso "torcere il muso" allude ad una smorfia che può essere di fastidio, disprezzo o disgusto.
"Novelle per un anno" di Luigi Pirandello - Scialle nero, cap. 2
[...]Eleonora, a capo chino, con gli occhi chiusi, scosse lentamente il capo e riprese a singhiozzare "Me lo dirai" gridò il Bandi, appressandosi, trattenuto dall'amico. "E chiunque sia, tu lo sposerai! "
"Ma no, Giorgio! "gemette allora lei, raffondando vie piú il capo e torcendosi in grembo le mani
" No! non è possibile! non è possibile!"[...]
In questa seconda accezione "torcere le mani" rappresenta un segno di tormento o sconforto.
"Zibaldone" di Giacomo Leopardi - [2232]
[...]"La legge Cristiana essenzialmente e capitalmente e in modo che senza ciò ella non sussiste, prescrive di amar Dio sopra tutte le cose, i prossimi come se stesso per amor suo, e se stesso non per se stesso, ma per amor di Dio; ond'è ch'ella comanda ancora l’odio di se stesso ec. Ora torcete la cosa quanto volete, siccome per una parte non potrete mai negare che la legge Cristiana non obblighi assolutamente l’uomo a porre un altro Essere al di sopra di se stesso nel suo amore per ogni verso;"[...]
Un terzo significato assunto dal vocabolo si ha quando viene usato nel senso di manipolare o avere una versione diversa o distorta di un concetto rispetto all'originale.
Bibliografia e fonti
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