sabato 9 maggio 2020

STEP #14 - La torcitura nel XIX secolo

Lo sviluppo tecnologico avvenuto nel XVIII secolo nel settore della produzione tessile sposta la produzione dalle abitazioni alle fabbriche. Le nuove tecniche di filatura e tessitura rimpiazzarono, malgrado iniziali resistenze, il lavoro a domicilio basato su tecniche manuali e portarono alla costruzione di fabbriche nelle quali i nuovi macchinari venivano messi in funzione e verso le quali converge la forza lavoro. Nasce così il capitalismo industriale.
Nel corso del XIX secolo il sistema di fabbrica nato in Inghilterra con la rivoluzione industriale progressivamente si espande in Europa, proseguendo lo sviluppo in ambito tessile e con esso anche l’organizzazione del lavoro. La rivoluzione industriale comportò un generale stravolgimento delle strutture economiche e sociali dell’epoca. Per quanto riguarda la società, la dislocazione delle fabbriche nelle città favorì una crescita tumultuosa della popolazione urbana.

Lavoro minorile in fabbrica
Nel 1800 le macchine Jenny contengono fino a 120 fusi e nel 1812  il filatoio meccanico ha una produttività di 200 volte quella di un filatore manuale.
In quell'anno sono in funzione in Inghilterra solo 2400 telai meccanici infatti nel 1820, dopo alcuni dubbi sulla convenienza della sua introduzione, si diffonde il telaio meccanico e nel 1830 crollano definitivamente le resistenze dei tessitori manuali di fronte al telaio meccanico.
In poco tempo vennero costruiti interi quartieri per i lavoratori che vivevano in condizioni drammatiche. Inoltre anche la condizione dei lavoratori nelle fabbriche era drammatica: gli operai lavoravano anche 16-18 ore al giorno in ambienti malsani, privi di qualsiasi tutela.

In Italia all’inizio del XIX secolo giunsero importanti innovazioni come una macchina per la trattura della seta (Ambrose Bruvin e John Heatheoat) che grazie ad un meccanismo da installare sui fornelletti già esistenti permetteva alle filatrici di attrarre a sé l’aspo per annodare i fili.
Gli impianti esistenti, costruiti in legno che ormai si era usurato, a partire dal 1845 vengono sostituiti da filatoi in ferro, come quelli progettati e costruiti dai fratelli Bormida. Gradualmente i vecchi torcitoi in legno vengono soppiantati e alcuni filatoi vengono ricostruiti per ospitare le nuove macchine. (Libro pag 228)
A metà secolo l’intervento dell’uomo nelle fasi produttive si limitava ormai al controllo delle macchine e alla risoluzione dei problemi, quali ad es. la rottura del filo, mentre la forza motrice per muovere i telai veniva generata dai motori a vapore.

Bibliografia e fonti:

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