sabato 2 maggio 2020

STEP #12 - Parte I - Il torcitoio: le origini


Nei secoli sono state sviluppate diverse tecniche per ottenere la torsione delle fibre.
Per torcere le fibre tessili il primo attrezzo utilizzato dall'umanità furono le mani, lavoro lungo e complesso che già nel neolitico veniva eseguito grazie all'utilizzo dei fusi e delle conocchie, arnesi praticamente identici a quelli usati ancora oggi in sud America e Africa e tradizionalmente nel sud Italia e nord America. (vedere step 8).

Successivamente, l’esigenza di velocizzare la lavorazione portò in epoca medioevale alla costruzione (1280 circa) dei filatoi a pedale (detti anche arcolai o filerine), apparecchi in legno nei quali il fuso non viene più spinto a mano, ma da una ruota, detta “girello”, che, azionata da un pedale, gira intorno ad un asse orizzontale, filando la lana.

Arcolaio o Filatoio ad alette
L'arcolaio (o filatoio ad alette) è l’evoluzione della più semplice ruota per filare.
Il filatoio è un apparecchio realizzato in legno, dotato di una ruota azionata da un pedale che, collegata da una cinghia all'aspo, dà la rotazione al rocchetto su cui si avvolge il filo e alle alette che provvedono a distribuirlo regolarmente sul rocchetto.
Preparato a mano un pezzetto di filo, torcendo le fibre, si attacca il capo del filo al rocchetto dopo averlo fatto passare nel foro in testa all'aspo. La torsione impressa dal rocchetto con il ruotare delle alette provocano oltre che la ritorcitura delle fibre, con la conseguente formazione del filo, anche il trascinamento del filo appena fatto, che si va a depositare sul rocchetto.
La velocità della lavorazione è data dalla frequenza con cui si aziona il pedale e conseguentemente dall'abilità del filatore nel fornire sufficiente e regolare quantità di fibre al trascinamento dell'aspo.


Nel prossimo step approfondiremo la torcitura della seta e l'evoluzione tecnica in Italia.

Bibliografia e fonti:
it.wikipedia.org/wiki/Filatoio_ad_alette

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